Visite Musei - ARTECULT

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Visite Musei

Alberto Burri
L'artista più rappresentativo dell'arte informale italiana
Fondazione Brurri - Palazzo Albizzini
Le opere di Burri alla Fondazione di Palazzo Albizzini a Città di Castello (PG)
Fondazione Burri
Città di Castello (PG)
Fondazione Burri
Città di Castello (PG)
Fondazione Burri
Città di Castello (PG)
Burri e il cretto di Gibellina
BURRI - Non solo sacchi bruciati ma molto, molto di più.
(di Marina Bozzolan)

Arte “Informale materica” -  Fondamentale “il gesto” - Rifiuto della forma figurativa e astratta - Il “Concetto spaziale” o “Terza dimensione” delle lacerazioni.
Può sembrare inappropriato l’appellativo di “Pittore” riferito all’artista Alberto Burri, ma tant’è, la Storia dell’Arte così lo definisce, pur se la sua opera spazia ampiamente dai quadri figurativi dipinti ad olio (anni ’40) dei suoi esordi come artista, avendo scelto di abbandonare il suo impegno di medico, a composizioni astratte ottenute con i materiali più vari, alle grafiche, alle sculture/installazioni, ai Cretti di dimensioni monumentali, fino alle scenografie teatrali.
Burri è maggiormente conosciuto per i suoi Sacchi bruciati (anni ’50). Opere ottenute con la giustapposizione di frammenti di juta lacerati, cuciti, bruciati, sovrapposti a colore, spesso rosso, steso a pennello sulla tela. Successivamente la tela diviene supporto per plastiche, sottili e trasparenti, oppure opache e consistenti, che appartengono alla serie delle “Combustioni”. Vengono bruciate con la fiamma ossidrica, strappate, sciolte, miste a catrame, colle, argilla. Altre tele accolgono ferri, legni, Cellotex, per un risultato finale inquietante ma raffinato, affascinante e drammatico, ad evocare il dolore, la violenza (della guerra), le ferite, il sangue, le suture (sovente compaiono punti di cucitura ad unire o fissare brandelli di sacco), ad evocare i drammi umani.
Anche se Burri, spirito libero, mai concorde con chi voleva attribuirgli un pensiero, una finalità, un riferimento storico o sociale, chiariva di voler semplicemente creare opere libere nella composizione, mediante l’utilizzo di materiali poveri o di scarto, in luogo dei pigmenti comunemente utilizzati in pittura.  
Le grafiche degli anni ’70/80: Incisioni, Serigrafie, Litografie, in bianco e nero ma anche inattesi vivacissimi colori, sono sorprendenti e insolite per questo artista.
Negli anni ’70 i suoi “Cretti” rappresentano le fratture sul terreno argilloso disidratato da lunghi periodi di siccità. In questo probabilmente ispirato da alcuni vasti territori del Texas dov’era stato fatto prigioniero durante la seconda guerra mondiale. I Cretti evocano forse le fratture del corpo o dello spirito. Incredibilmente differenti, gli uni dagli altri, con fenditure a trama minuscola o grande, bianchi o neri, con superficie opaca o lucida, alcuni piccoli, altri di grandi dimensioni (Cretto nero, Museo di Capodimonte - Napoli,  5x15 mt).
E per finire il “Grande Cretto di Gibellina” una delle opere più vaste al mondo. Si è visto che l’Arte di Burri spazia in vari ambiti come in varie forme d’arte, in questo caso diventa “Land-Art”. Nel 1968 un violento terremoto in provincia di Trapani distrusse il paese di Gibellina. Burri, chiamato con altri artisti ad eseguire un’opera a memoria collettiva del tragico evento, non sceglie di erigere il suo monumento nel paese nuovo ricostruito ad alcuni chilometri dai ruderi, bensì di creare un’imponente opera sul territorio vasta forse quanto il paese preesistente. Il suo progetto consiste nel compattare le macerie, inglobarle nel cemento insieme a strutture di acciaio, ottenendo enormi blocchi corrispondenti ai fabbricati scomparsi, separati da grandi fenditure che si snodano in coincidenza dei vicoli e strade precedenti al disastro ecologico. Questo è ben visibile dall’alto.
L’imponenza dell’opera ha richiesto molti anni di esecuzione ed è stata ultimata nel 2015 dopo la morte dell’artista Alberto Burri.
Alberto BURRI – Città di Castello (PG) 1915 – Nizza 1995.
ARTECULT al Museo Accorsi Torino
Giorgio De Chirico - Autoritratto
Sala De Chirico
Gino Severini
Massimo Campigli
Filippo De Pisis
Artecult in visita alla mostra ospitata nelle sale del Museo Accorsi-Ometto di Torino.

Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Massimo Campiglio, Filippo de Pisis, Renè Paresce, Gino Severini, Mario Tozzi sono i protagonisti della mostra.  Sette artisti che, con il loro linguaggio, al di là delle diversità tematiche e stilistiche individuali, hanno ridisegnato le sorti della pittura italiana nel xx secolo.
La mostra, curata da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio, restituisce attraverso una settantina di opere il clima artistico di un crocevia spazio-temporale unico e irripetibile che si orienta verso un nuovo classicismo mediterraneo trasognato, con qualche inflessione surreale e neo-metafisica, in equilibrio tra reale e fantastico, storia e mito, tradizione e avanguardia.
La rassegna è suddivisa in sette sezioni, una per artista, più una parte dedicata a una dozzina di disegni eseguiti da de Chirico, Savinio e Paresce.
Artecult alla Pinacoteca Agnelli
Mostra FONDAZIONE MAEGHT - UN ATELIER A CIELO APERTO
Pinacoteca Agnelli: Mostra FONDAZIONE MAEGHT - UN ATELIER A CIELO APERTO. La mostra, inaugurata lo scorso 16 ottobre, resterà aperta fino al 13 di febbraio. Le opere sono state allestite all'interno dei locali storici della Pinacoteca e una parte anche nel nuovo parco pensile del Lingotto, divenuto oggi Pista 500. In mostra ci sono 77 opere di grandi artisti del XX secolo, tra cui Braque, Calder, Chagall. A Braque è interamente dedicata una sala, dove si espongono dipinti, sculture in bronzo, in pietra e un tondo in ceramica. Il disegno gioca un ruolo fondamentale lungo l'iter espositivo. Troviamo opere di disegno a carboncino di Raoul Ubac, di Christo per la Mastaba da costruire nella Cour Giacometti, le invenzioni poetiche e ironiche di Steimberg, le incantevoli delicate matite di Pierre Bonnard e del talento artistico di Matisse, Giacometti e Chillida. All'esterno, sulla Pista 500 troviamo 9 sculture provenienti anch'esse dall'atelier Maeght di Saint Paul de Vence tra le quali, bronzi di Mirò, Zadkine e Jean Arp. Altre sculture completano lo spazio espositivo sono di Jean Paul Riopelle, Claude Viseaux, Norbert Kricke e Barbara Hepworth. Bella mostra, molto interessante, da non perdere.
Redazione Artecult - Saverio Scarpino
Performance di disegno: Figura con Modella dal Vero presso la sede Artecult
Raccolta di disegni dai corsi Artecult - 1° e 2° livello
IL PERCORSO MUSEALE
Il Museo Accorsi – Ometto è stato aperto nel 1999 da Giulio Ometto, che ha dato vita al grande sogno di Pietro Accorsi.

Il Museo è stato allestito seguendo scelte e criteri, che rispecchiano il gusto di chi lo ha immaginato e presenta 27 sale ed oltre tremila opere d’arte fra quadri, ceramiche, mobili, arredi, cristalli e arazzi.
Fra le eccellenze del museo, straordinaria è la collezione di mobili di Pietro Piffetti, che comprende il celeberrimo “doppio corpo” firmato e datato nel 1738, universalmente considerato il “mobile più bello del mondo“.

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PARIGI ERA VIVA. DE CHIRICO, SAVINIO E LES ITALIENS DE PARIS
21 Ottobre 2021 | 10:00 - 30 Gennaio 2022 | 19:00
Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Massimo Campigli, Filippo de Pisis, René Paresce, Gino Severini, Mario Tozzi sono gli artisti che hanno ridisegnato le sorti della pittura italiana nel XX secolo, in quel quinquennio d’oro che va dal 1928 al 1933 e in cui si è compiuta l’avventura francese de Les Italiens de Paris.

https://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/2021/10/13/parigieraviva/
Luogo: Museo Accorsi – Ometto
Via Po 55 - Torino, 10124 Italia - Telefono: 39 011837688 int. 3
Sito web:
http://www.fondazioneaccorsi-ometto.it
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Redazione Artecult - Novembre 2021

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MONET A MILANO
in mostra le opere del Musée Marmottan Monet di Parigi
Dal 18 settembre la grande mostra dedicata a Claude Monet inaugura il calendario d’autunno di Palazzo Reale di Milano. Dove, fino al 30 gennaio 2022, sfileranno oltre 50 opere dell’artista più amato fra gli Impressionisti, tutte provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi.
Orario apertura: Lunedì chiuso
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 -19.30; Giovedì 10.00 – 22.30; (La biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti
L’accesso alla mostra è contingentato e la prenotazione, tramite il preacquisto del biglietto, è fortemente consigliata.
E’ possibile acquistare i biglietti di ingresso anche in sede: in questo caso l’ingresso alla mostra potrebbe comportare delle
attese per rispettare le capienze di sicurezza delle sale. I biglietti si intendono con audioguida (o App sostitutiva inclusa e
costi di prevendita esclusi); Intero € 14,00 Audioguida inclusa; Ridotto € 12,00 Audioguida inclusa
Informazioni e prenotazioni : T. +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it; www.monetmilano.it
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Redazione Artecult
Postato da Fiammetta Bonazzi - DOVE -

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FATTORI Capolavori e aperture sul ’900
DA 14 OTTOBRE 2021 A 20 MARZO 2022
La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita per la prima volta nei suoi spazi una grande retrospettiva dedicata all’opera di Giovanni Fattori (Livorno 1825- Firenze 1908), uno dei maestri assoluti dell’Ottocento italiano che seppe interpretare in modo originale e innovativo tanto i temi delle grandi battaglie risorgimentali quanto i soggetti legati alla vita dei campi e al paesaggio rurale a cui seppe infondere, analogamente ai ritratti, nuova dignità e solennità.
La mostra “Fattori. Capolavori e aperture sul ‘900”, che apre al pubblico dal 14 ottobre per proseguire fino al 20 marzo 2022, è organizzata e promossa da GAM Torino - Fondazione Torino Musei e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con l’Istituto Matteucci e il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno.  
ORARI: Lunedì chiuso: da Martedì a Domenica 10.00 – 18.00; Giovedì 13:00-21:00 ; La biglietteria chiude un’ora prima
Visite guidate: https://www.arteintorino.com/component/hikashop/product/7617-fattori.html Leggi >>

Aenean commodo April 2020

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